La procura di Bari, dopo mesi di indagini avviate a seguito dell’esposto di un’associazione di consumatori, ha notificato a 62 persone facenti capo ai vertici di BNL, Unicredit, MPS oltre ad ex dirigenti di Banca d’Italia e del Ministero del Tesoro gli avvisi di chiusura delle indagini che preludono alla richiesta di rinvio a giudizio.
Tra le persone di spicco coinvolte nel delitto di usura bancaria (aggravata), compaiono il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, e il presidente di MPS Alessandro Profumo.
Il reato di usura è stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche con il concorso morale degli ex vertici di Bankitalia e di un attuale dirigente del Tesoro.
Per la prima volta, insomma, in un capo di imputazione si solleva il problema della non indipendenza di Bankitalia dalle banche private.
La vicenda assume un risvolto paradossale in quanto chi nel Ministero dell’Economia e in Bankitalia aveva il compito di tutelare il consumatore, avrebbe invece adottato “consapevolmente e deliberatamente (…) determinazioni amministrative” in contrasto con la legge antiusura.
La notizia, sussurrata nei media e posta nel fondo della scaletta delle testate giornalistiche, è immediatamente scomparsa il giorno dopo, lasciando spazio ai temi “più caldi” della politica italiana.
E come sempre in Italia, parliamo dei problemi, l’importante è che non si discuta troppo del sistema scorretto creato dalle nostre banche e appoggiato dalle istituzioni.
Il Fatto Quotidiano – Usura, indagati vertici BNL, Unicredit, MPS. Ci sono anche Tarantola e Saccomanni, 10 Giungo 2014
Il Fatto Quotidiano – Usura, pm Trani: “Volontà di Bankitalia e Tesoro di far guadagnare le banche”, 11 Giungo 2014