Oggi vogliamo presentare un esempio reale di come le banche possano applicare l’usura nei nostri conti correnti. Iniziamo valutando l’estratto conto scalare di un piccolo imprenditore, completo di riassunto scalare e riepilogo competenze, dal quale è possibile ricavare gli interessi debitori pagati pari a 296,83 € (calcolati al tasso entro/oltre fido), oltre a delle Commissioni di Istruttoria Veloce (CIV) per complessivi 1.400 €.
Per comprendere a prima vista se vi può essere la presenza di usura in un qualsiasi estratto conto è sufficiente valutare l’incidenza delle spese riferibili al credito (ovvero riferite all’affidamento) rispetto agli interessi pagati: se le commissioni e le spese hanno un importo pari o superiore agli interessi debitori, molto probabilmente sarà riscontrabile l’usura.
In questo caso è possibile notare come la Commissione di Istruttoria Veloce abbia un peso davvero rilevante rispetto agli interessi pagati (è cinque volte più grande), ed è stata applicata in ben 20 occasioni: la CIV ha un costo fisso e viene applicata ogni qualvolta si eccede il fido accordato, anche se lo sconfino è soli 0,43 €.
Effettuando il calcolo del costo complessivo dell’operazione di credito (espresso in termini percentuali), contemplando anche tutte le spese riferibili al credito sostenute, si ottiene un valore di TAEG pari a 40,87%, superiore quindi al tasso soglia dell’usura bancaria che, per il 1° trimestre 2013, è di 16,68%.
Secondo la Legge 108/96 l’importo contestabile ammonta alla somma degli interessi, commissioni e spese riferibili al credito versate nel trimestre, ovvero a 1.793,83 €.
Ma se in un solo trimestre sono presenti quasi 1.800 euro di competenze usurarie, nell’arco di 10 anni di rapporto quante saranno? 70.000 euro o più?