Era la fine del 2013 quando il titolare di una storica tipografia veneta fondata nell’800 si rivolse al nostro studio per una verifica delle proprie posizioni bancarie. La nostra analisi evidenziò come tutti gli istituti di credito coinvolti avessero tenuto un atteggiamento spregiudicato con operazioni al limite della legalità, rilevando inoltre pesanti irregolarità quali usura e anatocismo.
Preso contropiede l’imprenditore ricevette un decreto ingiuntivo dell’importo di 300.000 € alla fine del 2014 da parte di una banca di credito cooperativo ma, disponendo già della nostra perizia tecnica, potè opporsi in modo rapido tramite il proprio legale di fiducia.In seguito è stata istruita una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) alla quale ha partecipato l’Ing. Paolo Cesari in qualità di Consulente di Parte per conto della tipografia.La situazione apparve molto complicata fin da subito: il quesito del giudice, infatti, ometteva la verifica dell’eventuale usura (che il nostro studio aveva rilevato nel 70% dei trimestri del rapporto) e si limitava alla verifica del solo anatocismo, ossia della capitalizzazione periodica degli interessi.L’unico aspetto positivo è che l’istituto, essendo gravato dall’onere della prova, aveva prodotto tutti gli estratti conto dal 1996 e, soprattutto, i contratti originari di conto corrente affetti da clausole nulle ed indeterminate. Svolti i calcoli richiesti dal Giudice, il CTU ritenne che il debito dell’azienda dovesse ridursi di 98.000 € mentre, secondo quanto rilevato dal’Ing. Paolo Cesari, la presenza di contratti non sottoscritti, di tassi di interesse privi di validità e l’indeterminatezza delle commissioni di massimo scoperto non potessero essere elementi su cui soprassedere e pertanto, traducendo le irregolarità in termini economici, dovessero essere quantificate in almento 200.000 €. Alla fine il Giudice ha ritenuto fondata la tesi dell’Ing. Paolo Cesari e la tipografia ha potuto ottenere un risparmio di circa 2/3 sul debito ingiunto dall’istituto.