Recentemente siamo stati contattati da un importante Studio Legale del veneziano per indagare su due conti correnti di un loro cliente, un’azienda agricola ben conosciuta per la produzione di vini d’eccellenza.
L’analisi ha fin da subito evidenziato delle problematiche circa le commissioni sul fido accordato (le CDC, altresì note come DIF) in quanto, pur essendo regolarmente applicate, non trovavano alcuna pattuizione scritta. L’importo di queste commissioni, nell’arco di soli 10 anni, è stato quantificato in ben 70.000 euro.
Dopo la redazione di una nostra relazione tecnica, lo Studio Legale ha quindi proceduto ad una formale contestazione optando per un più rapido ricorso all’Arbitro Bancario e Finanziario: infatti, in soli 10 mesi l’ABF ha prodotto la propria decisione con la quale ha intimato alla Banca la restituzione di tutte le commissioni addebitate in assenza di pattuizione scritta tra le parti.
Del fatto se ne è occupato anche il quotidiano “Il Gazzettino”, in un articolo del 25 Ottobre 2020 a firma di Fabrizio Cibin
Quando se n’è accorto quasi non voleva crederci: com’è possibile che la banca di cui si fidava ciecamente e alla quale aveva affidato le sue risorse economiche, si stava comportando in quel modo? Alla fine, la somma delle commissioni di disponibilità creditizia ammontava a qualcosa come 70mila euro, un vero e proprio salasso accumulato in quattro anni. Soldi che gli sono stati restituiti dall’istituto di credito, grazie alle disposizioni dell’Arbitro Bancario e Finanziario, cui si era rivolto con il proprio avvocato. Protagonista il titolare di una azienda agricola del territorio. «Specialmente quando si gestisce una realtà imprenditoriale spiega il legale è prassi comune la concessione da parte delle banche di linee di credito per far fronte alle esigenze aziendali. Ma come possono tutelarsi i correntisti dal rischio di vedersi imposte condizioni particolarmente gravose se non addirittura scorrette? Visto il momento di particolare complessità e incertezza che stiamo vivendo, la possibilità di tutelare le posizioni delle imprese è una questione molto importante». Ed è stato il caso del correntista di un istituto di credito che, nutrendo i dubbi sulla correttezza dell’operato della banca stessa, si è così rivolto allo studio legale. «Dall’analisi della documentazione fornita riferisce ancora l’avvocato è emerso chiaramente l’illegittimo addebito da parte della banca di commissioni di disponibilità creditizia nei due conti di correnti di cui era titolare il cliente, sui quali erano appoggiate delle aperture di credito della propria azienda. Condizioni che venivano scoperte con sorpresa dal cliente in quanto non erano mai state discusse né erano state comunicate al correntista in violazione degli obblighi imposti dal Testo Unico Bancario».