La Centrale Rischi (pubblica di Banca d’Italia o privata CRIF) è un archivio contenente informazioni riguardo ai debiti bancari di cittadini e imprese: tra i dati presenti nella Centrale dei Rischi vi possono essere delle segnalazioni negative, ossia degli “avvertimenti” che le banche tengono in debita considerazione per valutare la solvibilità dei loro clienti (mancato pagamento delle rate del mutuo, insoluti, scoperti di conto, anticipi fatture non pagati dai clienti, etc.) e per determinare il rating aziendale e, di conseguenza, le condizioni migliori/peggiori da applicare.
Contenuti dell’articolo
Durata delle segnalazioni negative nella Centrale Rischi
I dati conservati nella Centrale Rischi, comprese le segnalazioni negative, hanno una durata predefinita: ciò è necessario per evitare che a distanza di molti anni da una segnalazione (il mancato pagamento di una rata del finanziamento, lo scoperto di un conto corrente, l’insoluto, etc.) un debitore possa essere individuato come “cattivo pagatore” nonostante la situazione sia divenuta perfettamente regolare.
La durata delle segnalazioni nella Centrale Rischi è così schematizzabile:
Tipologia dato | Tempo di conservazione |
Istruttorie | 6 mesi O comunque per il periodo di tenuta dell’istruttoria del finanziamento |
Procedure interrotte | 1 mese È il caso in cui cliente rinuncia al finanziamento o c’è stato un rifiuto da parte della banca |
Restituzioni puntuali | 36 mesi Dopo 36 mesi dalla data di estinzione effettiva del finanziamento |
Ritardo di 1 o 2 rate | 12 mesi Dopo 12 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione, se in quel periodo i pagamenti sono stati puntuali |
Ritardo di 3 o più rate | 24 mesi Dopo 24 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione, se in quel periodo i pagamenti sono stati puntuali |
Finanziamenti non rimborsati | 36 mesi Dopo 36 mesi dalla data di estinzione prevista o dalla data in cui l’istituto di credito ha fornito l’ultimo aggiornamento |
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Come gestire le segnalazioni negative nella Centrale Rischi
La gestione delle segnalazioni negative nella Centrale Rischi deve partire necessariamente dall’analisi storica dei dati: va appurato negli anni come si sono evoluti i rapporti con le banche fino alla data più recente, ossia va eseguito un controllo completo di tutti i dati presenti nell’archivio di Banca d’Italia.
E questo vale per le aziende quanto per i privati.
Successivamente vanno distinte le segnalazioni in base alla loro gravità e, per ciascuna di esse, occorre individuare gli interventi più corretti avendo cura di non creare nuove situazioni di criticità sia con le banche che all’interno dell’azienda stessa.
Quanto alle segnalazioni più gravi, ossia quelle che evidenziano uno stato di affanno dell’azienda (o anche del privato), va presa in considerazione la possibilità di rinegoziare i finanziamenti in essere per ottimizzare la limitata capacità economica.
L’importante è non rimanere passivi: verificare ed intervenire subito per evitare problemi nel prossimo futuro.
Talvolta può capitare che le banche tardino a cancellare una segnalazione negativa: il caso più comune è quello degli accordi per lo stralcio di debiti che, una volta conclusi, mantengono la segnalazione nella Centrale Rischi.
In queste situazioni è necessario rivolgersi all’intermediario finanziario – meglio se con il supporto del proprio consulente tecnico – affinché provveda urgentemente alla rettifica storica del dato.
Sono un imprenditore, la mia azienda va a gonfie vele e non ho alcuna segnalazione… NE SEI SICURO?
Con il termine “segnalazione negativa” nella Centrale Rischi non si intende necessariamente una situazione di grave crisi come potrebbe essere il mancato pagamento delle rate di un finanziamento, bensì un evento che la banca considera “critico”.
Approfondisci: Scopri i 3 motivi per i quali dovresti conoscere i tuoi dati della Centrale Rischi
Il caso più evidente ed anche più comune è quello degli insoluti dell’anticipo fatture dovuti al mancato pagamento delle fatture di nostri clienti alla scadenza prestabilita.
Molto spesso, in questi casi, o il cliente paga con qualche giorno di ritardo o il debito viene coperto dall’azienda stessa: per la banca questo non ha alcuna importanza, la segnalazione nella Centrale Rischi parte in automatico, apparentemente senza creare alcun problema all’impresa.
E invece i problemi ci sono eccome: primo fra tutti il peggioramento del rating, ossia del punteggio con il quale la banca classifica ogni cliente e che comporta l’aggravarsi delle condizioni economiche applicate all’azienda.
Aumentare i tassi debitori di uno o due punti congiuntamente all’incremento delle commissioni può comportare una maggior spesa di migliaia di euro all’anno, da moltiplicare per tutti gli anni futuri! Con quei soldi ci si potrebbe pagare un dipendente o investire nell’efficientamento dell’attività.
Sei un’azienda? E’ importantissimo verificare ogni 3 mesi i dati della Centrale Rischi.
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